lunedì 3 dicembre 2012

Ritratto di signora: Audrey Hapburn



Eccoci ancora a un nuovo appuntamento con la nostra amata rubrica mensile.
Questa volta tocca a me scrivere il ritratto che leggerete.
Devo ammettere che mi ha dato qualche difficoltà, ma alla fine in un modo o nell'altro è sotto i vostri occhi.

"Al momento di decidere la donna da presentare nella “mia” rubrica ho cercato di fare mente locale su tutte le caratteristiche che devono contraddistinguere una signora, e soprattutto quali erano le caratteristiche di quelle famose pubblicità che hanno dato il via a tutto ciò che mi disturbavano maggiormente.
In questi mesi abbiamo dato grandi esempi di lotta e di coraggio, esempi forti di donne che hanno combattuto guerre di ogni genere.
Una caratteristica che ho sempre ritenuto dover appartenere ad una signora è l'eleganza, non quella dei vestiti, non basta un abito firmato per essere elegante.
Capisco anche che dopo i forti esempi che abbiamo portato fino ad ora parlare di eleganza possa sembrare un po' leggero o furiluogo, ma parlo di quell'eleganza nell'essere e nel vivere che quelle pubblicità lasciavano intendere essere una cosa ormai superata, e che troppo spesso viene dimenticata o sottovalutata.
Parlo di quell'eleganzanza grazie alla quale non importa che tu indossi un abito di alta moda o un paio di jeans, non ti farà mai essere fuori luogo.

Audrey Hapburn è forse l'icona dell'eleganza per eccelenza, mai eccessiva o “chiassosa”, e semplicemente mi sono chiesta come lo fosse diventata.
Nata il 4 maggio 1929 da padre inglese e madre olandese (una baronessa) a Bruxelles. Negli anni della sua infanzia a causa del lavoro del padre la famiglia è costretta a spostarsi spesso tra il Belgio, il Regno Unito e i Paesi Bassi, fino al 1935, anno nel quale i genitori divorziarono, e il padre, di ideologia filonazzista, abbandonò la famiglia.
Nel '39 si trasferirono nella città olandese di Arnhem, dove la madre pensava di mettere i figli al sicuro dagli attacchi nazisti.
Qui Audrey comincia a studiare danza presso il Conservatorio.
Nel '44, ormai ballerina a tutti gli effetti, partecipa agli spettacoli segreti nei quali si raccoglievano fondi per sostenere il movimento antinazista.
Anni dopo dichiarò “il miglior pubblico che io abbia mai avuto non faceva il minimo rumore alla fine dello spettacolo”.
È in questo periodo che le persecuzioni naziste si fanno molto più pesanti, i soldati confiscano le poche scorte di cibo e carburante della popolazione olandese, che muore di fame e freddo per le strade.
Sofferente per la malnutrizione, la Hepburn sviluppò diversi problemi di salute e l'impatto di quei tempi difficili avrebbe condizionato i suoi valori per il resto della vita.
In seguito alla liberazione dell'Olanda, per proseguire i suoi studi di danza, si trasferì prima ad Amsterdam e dopo ancora a Londra dove la sua insegnate le disse che a causa del suo fisico (troppo alta con il suo metro e settanta, e troppo gracile a causa della malnutrizione) non sarebbe mai potuta diventate una prima ballerina, forse fu anche a causa di questa dichiarazione che decise di tentare con la carriera cinematografica.
Mosse i suoi primi passi come attrice partecipando ad un documentario e calcando le scene teatrali di diversi musical.
La scrittrice Colette la scelse per interpretare la parte della protagonista nella commedia tratta dal suo romanzo Gigi.
Lo spettacolo riscosse un discreto successo di critica e molte lodi per l'interpretazione della Hepburn. Le repliche a New York durarono sei mesi e la Hepburn vinse il premio Theatre World Award per il suo debutto.
Nel 1952 la Hepburn si sottopose a un provino per il film Vacanze romane. Dopo averlo visionato Wyler, il regista, si convinse che il ruolo dell protagonista , la principessa Anna, non poteva essere altro che suo.
Con la sua interpretazione vinse l'oscar come miglior attrice protagonista nel 1954.
In quell'occasione l'attrice indosserà un abito bianco a fiori, che sarà giudicato in seguito come uno dei migliori di tutti i tempi.
Dopo l'esperienza di Vacanze romane, fu chiamata ad interpretare il ruolo della protagonista femminile nel film Sabrina, ruolo che la lancio nell'Olimpo delle star hollywoodiane. 
Verso la seconda metà degli anni cinquanta, Audrey Hepburn era diventata una delle più grandi attrici di Hollywood e un'icona dello stile.
La sua figura snella e il suo ben noto buon gusto erano ammirati e imitati. Diventata una delle maggiori attrazioni del cinema hollywoodiano, continuò a lavorare con attori importanti, e volti noti del cinema statunitense e internazionale continuando a raccogliere consensi e premi.
Il personaggio di Holly Golightly, da lei impersonato nel film Colazione da Tiffany, venne considerato come una delle figure più incisive e rappresentative del cinema statunitense del XX secolo.
Nel 1964 fu impegnata in uno dei suoi ruoli più famosi, quello di Eliza Doolittle nel film musicale My Fair Lady. Venne scelta al posto dell'allora poco conosciuta Julie Andrews, che aveva interpretato il ruolo di Eliza a Broadway. Inizialmente la Hepburn rifiutò il ruolo e chiese che fosse assegnato alla Andrews, ma quando le dissero che la parte non sarebbe mai andata alla Andrews, decise di accettare. Durante la lavorazione del film, la Hepburn scoprì di essere stata doppiata nei pezzi musicali. In segno di protesta se ne andò dal set, per tornare il mattino seguente scusandosi per il suo comportamento.
Dal 1967 in poi, lavorò in maniera molto sporadica. Dopo il divorzio dal primo marito, la Hepburn si risposò ed ebbe il suo secondo figlio, Luca. La gravidanza fu molto difficile e l'attrice dovette rimanere quasi tutto il tempo a letto. Con l'arrivo di Luca, la Hepburn decise di diminuire i suoi impegni di attrice e di dedicarsi alla famiglia.
Nel 1982 finì il suo secondo matrimonio a causa delle svariate infedeltà del marito.
Successivamente ebbe una relazione con un altro uomo (non si sposarono mai), con il quale andò a vivere in Svizzera dove i due si occuparono molto di beneficenza e affrontando insieme molti viaggi, per conto dell'UNICEF, poco tempo dopo la sua ultima apparizione cinematografica nel 1988 (Always - Per sempre di Steven Spielberg , film che non ebbe grande successo), Audrey Hepburn fu infatti nominata ambasciatrice speciale dell'UNICEF. Da quel momento fino alla sua morte la Hepburn si dedicò all'aiuto dei bambini dei paesi poveri del mondo. I suoi viaggi intorno al mondo furono facilitati anche dalla sua conoscenza delle lingue.
Nel 1992, a seguito di un malore, i dottori che la visitarono scoprirono l'esistenza di un cancro sviluppatosi lentamente, e dopo due operazioni i medici giunsero alla conclusione che il cancro era ormai troppo esteso per essere curabile.
Lo stesso anno della sua morte, 1993, il figlio Sean fondò l'Audrey Hepburn Children's Fund per favorire la scolarizzazione nei Paesi africani.
Nel 2011, i figli hanno promosso in Italia il club di donatori UNICEF “Amici di Audrey” che sostiene in particolare il progetto per la lotta alla malnutrizione in Ciad.

I particolari della sua cariera sono noti a tutti, ma quelli più personali, per quanto di pubblico dominio, sono decisamente meno conosciuti, e trovo che siano proprio questi a rendere al meglio quella che è l'idea di eleganza di cui parlo.
Una vita cominciata tra gli stenti della guerra e finita nella difficoltà della malattia, ma vissuta con una leggiadria che non può non lasciare il segno."

E come sempre trovate questo articolo sui blog di:

Vi aspettiamo il prossimo mese con un nuovo ritratto.

2 commenti:

  1. Io l'adoro, so molti dei suoi film a memoria e quindi sono contenta di vedere il suo ritratto nella nostra rubrica! :)

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  2. Non conoscevo tanti aspetti della vita di Audrey, non li immaginavo neppure, quindi grazie per naverne parlato.

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