mercoledì 16 novembre 2011

Cocco Mocha Frappucino Cupcake

La mia connessione internet va decisamente a singhiozzo questa sera, ma volevo farvi vedere il mio ultimo esperimento.
Preparatevi ad un iniezione di zuccheri e grassi come non ne avete mai viste.
Io non ho girato molto il mondo, ma ricordo benissimo il frappuccino  di Sturbuks che con le mie amiche ci andavamo sempre a prendere quando eravamo a Vienna.
Una delle cose più buone mai assaggiate.
Quindi quando qualche giorno fa sulla pagina FB dedicata proprio al frappuccino ho trovato il link a questa ricetta non ho potuto resistere.
Neanche il mio inglese zoppicante (a fargli un complimento) e la difficoltà di dover convertire tutti i pesi (quanto cavolo è una tazza di farina?) hanno potuto fermarmi.

Ingredienti:
x 12 cupcake:
170 gr di farina
50 gr di cacao amaro
3 cucchiai di caffè solubile
1 bustina di lievito
150 gr di zucchero
1/2 cucchiaino di sale
1 uovo
1 bacca di vaniglia (o una bustina di vanillina)
190 ml di latte di cocco
100 gr di burro fuso
2 cucchiai di panna acida (io non l'avevo in casa quindi ho preparato un composto con 1 cucchiaio di yogurt bianco e 2 cucchiai di latte, lasciandolo riposare qualche ora, se riuscite potete farlo la sera prima e tenerlo tutta la notte in frigo)
 90 gr di gocce di cioccolato (o cioccolato tritato a coltello come ho fatto io)
x la glassa:
65 gr di zucchero a velo
3 albumi
250 gr di burro a temperatura ambiente
70 gr di farina di cocco

x il Mocha Cocco Drizzle
80 gr di zucchero a velo
1 cucchiaino di caffè solubile
2 cucchiaini di cacao
2 cucchiai di latte di cocco (io l'avevo finito e ne ho fatto una versione alcolica usando la Batida de coco, altrimenti 2 cucchai di acqua vanno benissimo)

Preparazione:
x i cupcake
Per prima cosa accendete il forno a 180° in mopdo che si scaldi.
In uina ciotola montate l'uovo con lo zucchero fino a rendrelo una crema liscia e senza grumi.
Aggiungete il burro fuso, il latte di cocco, il caffè solubile e i semi della bacca di vaniglia e continuate a mescolare fino ad amalgamare per bene tutti gli ingredienti.
A parte setacciate farina con il cacao e il lievito e poi uniteli all'impasto lavorandolo con un cucciaio fino ad ottenere una pastella liscia, poi aggiungete la panna acida e mescolate ancora.
Mettete l'imasto negli stampi per muffin e cuoceteli in forno per 15/18 minuti (cuociono sorprendentemente in fretta).

x la glassa:
Con lo sbattitore montate gli albumi, lo zucchero a velo e un pizzico di sale in una ciotola a bagnomaria, continuate a lavorarli fino a che il composto non avrà raggiunto circa la temperatura di 70° (io non ho un termometro da cucina, quindi ogni tanto ci puciavo un dito per sentire se era caldo, deve essere molto caldo, ma non bollente) .
A questo punto levate la ciotola da bgnomaria e continuate a lavorarla con le frusti sino a che la meringa non si sarà completamente raffreddata.
Continuando a lavorare con lo sbattitore aggiungete il burro a pezzetti, poco alla volta, avendo cura di aver incorporato per bene uello già messo prima di aggiungerne altro.
Quando avrete messo tutto il burro lavorate la crema ancora per qualche minuto in modo da eliminare tutte le bolle d'aria.
Alla fine aggiungete anche la farina di cocco e mescolatela nella crema.
A questo punto la glassa è pronta io vi consiglio di farla riposare in frigo qualche minuto, per farle riprendere un po' di consistenza, non troppo però altrimenti diventerà troppo dura per essere lavorata.

x il Cocco Mocha Drizzle
Mettete tutti gli ingredienti secchi in una ciotola aggiungete il latte di cocco e lavorateli insieme velocemente eliminando tutti i grumi fino ad ottenere uno sciroppo piuttosto denso.
Se vi dovesse sembrare troppo denso aggiungete un po' di latte di cocco, se al contrario invece fosse troppo liquido aggiungete un po' di zucchero a velo.

A questo punto siete pronte per assemblare i cupcake.
Controllate innazitutto che le tortine siano completamente fredde.
Con una tasca da pasticcere (io l'ho usata senza punta perchè il cocco ci rimaneva incastrato e la glassa non usciva) ricoprite la superficie della tortina, spolverate la glassa con la farina di cocco e poi teci colare sopra un po' di Drizzle.



Li potete conservare anche fuori da frigo se l'ambiente non è troppo caldo, se invece decidete di metterli in rigo, la glassa come ho detto diventerà solida,  nel caso tirateli fuori un po' prima di consumarli in modo che riprenda la giusta consistenza.

lunedì 14 novembre 2011

Pan di Spagna al caffè


Personalmente io amo il caffè, anzi forse fin troppo, pensate che qualche mattina fa una cliente al lavoro mi ha sgridato perchè le ho detto che in un giorno mi capita anche di bere 8/10 caffè.
Comunque, visto quanto mi piace, quando ho trovato la ricetta per il pan di spagna al caffè ho dovuto per forza provarla, e devo dire che a mio modesto parere è ottimo.
Di solito quando lo faccio lo farcisco con una crema pasticcera al caffè, e lo ricopro con crema di mascarpone al caffè, e devo dire che è veramente godurioso, l'ultima volta invece ho usato la crema all' Irish cream.
Una meraviglia.

Ingredienti:
- 6 uova
- 150 gr di zucchero
- 70 gr di farina
- 70 gr di fecola
- 10 gr di caffè liofilizato
- sale

Procedimento:
Separate le uova e montate gli albumi e i tuorli, ciascuno con 75 gr di zucchero e un pizzico di sale.
Mescolate bene (potete aiutarvi con un setaccio) la farina con la fecola.
Sciogliete il caffè in 20 gr di acqua.
Unite la farina ai tuorli mescolando dal basso verso l'alto in modo da non smontarli, aggiungete anche il caffè e infine gli albumi.
Versate il composto in una tortiera e cuocete in forno caldo a 200° per 30 minuti.

se la superficie tendesse a colorirsi troppo in fretta copritela a metà cottura con un foglio di alluminio.


giovedì 10 novembre 2011

Patate in padella

Queste patate che ci piacciono tanto, ma non le faccio spessisimo perchè alla fine rimangono un po' unte e pesanti, non le consiglierei da mangiare tutti i giorni, ma valgono decisamente la pena.
Non è una ricetta di cui ho le misure esatte, è solo un idea per cuocere le patate.


Ingredienti:
- patate
- aglio
- rosmarino
- sale
- 1 cucchiaio di farina
- 1/2 bicchiere di olio extravergine d'oliva (più o meno, se mettete più patate

Preparazione:
Pelate le patate e tagliatele a spicchi non troppo piccoli.
Mettete a bollire una pentola di acqua salata, e quando l'acqua bolle buttateci le patate con un cucchio di farina (non so esattamente quale sia la funzione della farina, ma la ricetta dice di fare così e sono sempre venute bene quindi io lo faccio).
Appena l'acqua riprende il bollore scolate le patate.
In una padella con il fondo spesso, fate scaldare l'olio con uno spicchio di aglio schiacciato, quando  comincia a soffriggere togliete l'aglio, mettete le patate un rametto di rosmarino e cuocete le patate per circa 40 minuti rigirandole di tanto in tanto, ma non troppo spesso, in modo che si formi una bella crosticiana croccante.
Il punto cruciale di questa ricetta è la sbollentatura delle patate, se per sbaglio le lasciate nell'acqua bolente un minuto di troppo quando poi le cuocerete in padella si spappoleranno tute e il risultato sarà simile a quello che ho ottenuto io sta volta (ma comunque molto buone)


martedì 8 novembre 2011

Involtini di melanzane

La scorsa settimana era il compleanno della mia mamma e anche se mi sono arrabbiata con lei perchè invece di farmi fare la torta l'ha voluta comprare, tutto il resto della cena l'ho preparata io: lasagne, rostbeef e questi involtini per contorno.

Ingredienti:
- 1 melanzana
- 200 gr di caprino
- olio extravergine d'oliva
- sale
- pepe
- origano
- prezzemolo

Procedimento:
Lavate e asciugate le melanzane, e tagliatele a fette non troppo spesse, 1/2 cm circa (io come sempre consiglio l'uso dell'affettatrice in modo che le fette siano tutte uguali e regolari).
Cuocete le fette di melanzana sulla piastra bollente per qualche minuto su entrambi i lati.
In una ciotola lavorate il caprino con un po' di sale, pepe, origano e un cucchiaio circa di olio, in modo da renderlo bello cremoso (se vi sembra che la crema non sia omogenea aggiungete un po' di latte).
Ora prendete una fetta di melanzana, spalmatela con un po' di crema di caprino arotolate la fetta su se stessa in modo da formare un involtino.
Una volta preparati ttutti i rotolini di melanzana potete disporli sun un piatto e condirli ancora con un filo d'olio (non troppo giusto per non farli rimanaere troppo asciutti) e una manciata di prezzemolo tritato.



lunedì 7 novembre 2011

Ritratto di signora: Norah Chambers e Margaret Dryburgh

Sono felice e orgogliosa di poter ospitare a partire da questo mese la rubrica "Ritratto di Signora"



In collaborazione con
Monica di Books Land
Miki di MikiInThePinkLand
Sofia di  Cinesofi
Elena di il diario della fenice
pubblicheremo ogni primo lunedì del mese un articolo scritto a turno da onguna di noi.

Tutto è nato da questo articolo, che Monica ha scritto dopo la visione di una pubblicità che decisamente non le è piaciuta, e che in molte non abbiamo apprezzato.
Così, insieme con Miki, hanno avuto l'idea di creare una rubrica mensile dove poter parlare di donne da prendere realmente ad esempio.
Il primo articolo della rubrica, dedicato ad Ingrid Betancourt, è stato scritto da Monica (potete leggerlo qui), e questa volta è il turno di Miki che ci racconta un esempio di forza di volontà tale che sarà difficile trovarne anche solo di simili.


Abbiamo aperto la rubrica introducendo una figura come quella di Ingrid Betancourt, donna alquanto nota anche a coloro che non si interessano troppo di attualità, politica, ecc. Credo che a tutti sia capitato almeno una volta di sentir nominare il suo nome, o di vedere le strazianti immagini della sua prigionia. Un esempio di forza e determinazione incredibili.
La donna, o meglio, le donne di cui voglio parlare io oggi, probabilmente non le conosce nessuno, nessuno le ha mai sentite nominare, nonostante abbiano dato anche loro una grandissima prova di coraggio e, soprattutto, di dignità, in un momento in cui lo sfinimento fisico e morale avrebbe forse giustificato la scelta di “scendere a compromessi”
Norah Chambers e Margaret Dryburgh sono solo due delle molte donne che tra il 1942 ed il 1945, durante il secondo conflitto mondiale, sono state catturate dai Giapponesi ed internate nel campo di Belalau a Palembang, nella Sumatra meridionale.

Diplomata alla Royal Academy of Music di Londra, Norah Chambers ha vissuto in Malesia per quasi 40 anni, prima con i suoi genitori e poi con suo marito John Chambers, un ingegnere civile del governo.
Quando i giapponesi invasero la Malesia, i Chambers riuscirono ad evacuare la loro figlia di 5 anni in Inghilterra, ma entrambi furono catturati ed internati in campi separati.
Norah Chambers ha combinato il suo talento con quello di Margaret Dryburgh, fondando l’Orchestra Vocale.
Le donne del campo si sono lasciate coinvolgere dall’entusiasmo e dalla forza di volontà di Norah e Margaret, riuscendo a sopravvivere alle violenze, agli stenti, alla fame, a tutte quelle cose a cui noi oggi non riusciamo nemmeno a pensare.

Margaret Dryburgh, infermiera professionale e missionaria, si trovava a Singapore quando fu catturata e portata a Belalau. Il suo impegno nel campo fu davvero esemplare: riuscì ad organizzare funzioni religiose, corsi di poesia, arrangiò anche una sorta di rivista mensile per i prigionieri, con ricette, sezioni per i bambini e cruciverba.
Assieme a Norah riuscì a formare l’orchestra vocale, componendo personalmente musiche originali o scrivendo i testi delle opere classiche che ricordava a memoria.
Il coro aveva quattro sezioni che, canticchiando, riproducevano i diversi strumenti per dare l'effetto di un'orchestra, eseguendo brani di Handel, Chopin, Brahms e Beethoven.
Gli stessi soldati Giapponesi non potevano fare a meno di stare ad ascoltare l’orchestra, che si esibiva durante la funzione della domenica.
Il coro non fu altro che un modo, per queste donne, di restare unite, di non cedere, anche quando cedere sembrava l’unica cosa possibile.
Come quel pomeriggio…quando furono portate nell’adiacente “centro ricreativo”, dove, messe di fronte ad ogni sorta di leccornia, alla prospettiva di avere un letto, sapone, acqua corrente, si chiedeva loro “solo” di intrattenere gli ufficiali giapponesi. Alcune accettarono senza esitazione, ma altre no. Rimasero ferme e immobili nella loro immacolata dignità, consapevoli del fatto che nutrire il corpo a quel modo non avrebbe di certo nutrito le loro anime, i loro cuori.
Suonarono e sperarono fino alla fine, fino a quando molte di loro vennero a mancare per malnutrizione o malattia.
Helen Colijn, superstite del campo e autrice del libro "Canzone della Sopravvivenza" ha descritto la prima esibizione del gruppo:
"Le cantanti erano sedute su piccoli sgabelli, troppo deboli per la malnutrizione e le malattie per stare molto tempo in piedi. Indossavano abiti sbiaditi e rattoppati o pantaloncini e prendisole. Erano a piedi nudi. Bende intorno alle gambe coprivano piaghe dovute alle malattie tropicali.
Norah Chambers alzò le mani. Molto sommessamente, come attraverso una nebbia, i primi accordi del 'Largo' della New World Symphony arrivarono fino a noi ascoltatori.
Alcuni di noi piangevano. Non ci aspettavamo tanta bellezza tra gli scarafaggi, i topi, le cimici, i pidocchi, e l'odore delle latrine. 
Il concerto rinnovò il nostro senso della dignità umana. Ci ha dato coraggio per andare avanti. "
L'orchestra vocale ha continuato a svolgere la sua attività per più di un anno, quando ormai la metà delle cantanti era morta ed il resto era troppo debole per continuare.
Dopo la conclusione della guerra una copia del manoscritto della musica è stato donato alla Stanford University a Palo Alto, California, dove il Peninsula Women’s Chorus si è esibito nel 1982 di fronte a Norah Chambers.

Da questa triste ma esemplare vicenda è stato tratto anche un film, Paradise Road, interpretato magistralmente da Glenn Close e Kate Blanchett.


Eccovi il trailer:


Norah e Margaret non sono un esempio “astratto” di forza e rigore morale, ma sono state un punto di riferimento CONCRETO per le loro compagne, una spinta per la sopravvivenza, un appiglio per non sprofondare nella disperazione. (Miki)


Se avete apprezzato quello che avete letto sino ad ora, se l'idea di questa rubrica piace a voi quanto a noi, allorta potete mettere il nostro bunner nel vostro blog.
Oppure se avete qualche idea o suggerimento, o se  vi siete tanto entusiasmati a questa iniziativa da voler partecipare anche voi potete contattare Monica: moki418@hotmail.it e Miki: imaginary82@hotmail.it

giovedì 3 novembre 2011

Salsa messicana

Quando si dice essere cittadini del mondo. In questo momento: sto bevendo una tazza di tisana francese, indosso un grambiule da cucina spagnolo, ho in testa bigodini cinesi, cucino un italianissimo ragù e vi voglio raccontare una ricetta messicana, in pratica abbiamo fatto il giro del mondo solo entrando in cucina.
Avete presente quella salsina rossa, piccante, che vendono al supermercato per puciarci i nachos, ma che è buonissima anche sulle bruschette o come accompagnaiamento a una bella bistecca alla grigli, ecco un paio di settimane fa ho provato a farla.
La ricetta in se è piuttosto facile, e il risualtato decisamente apprezzabile, però ci vuole molta pazienza per tritre tutti gli ingredienti molto molto finemente.

Ingredienti:
3 o 4 pomodori maturi
1 cipolla
1/2 peperone verde
2 spicchi di aglio
1 lime (o limone o anche un paio di cucchiai di aceto)
peperoncino
sale
pepe
zucchero

Preparazione:
Dopo esservi armate di tanta santa pazienza, cominciate a tritare la cipolla e l'aglio facendone un battuto molto fine.
Lavate il peoerone, toglietene i semi interni e tagliate anche lui a cubettini piccoli.
Lavate i pomodori (se volete potete pelarli, io personalmente non l'ho fatto), togliete i semi fate anche loro a cubetti il piu piccoli possibile.
Mescolate bene tutti gli ingredienti, il succo di un lime e una puntina di zucchero.
Aggiungete il peperoncino (la quantità direi che va un po' a seconda del vostro palato, mettetene poco per volta e assaggiate,  fino a che non ha raggiunto la giusta dose di piccantezza),e regolate di sale.
A questo punto mettete la salsa ottenuta in un a padella e fatela cuocere per circa 15/20 minuti, in modo che si asciughi un poco.
Lasciate raffreddare completamente la salsa prima di mangiarla, ma se volete un consiglio io vi direi doi farla il gionrnop precedente a quello in cui la volete utilizzare perchè dopo essere stata una notte intera a riosare è ancora meglio.


Ah dimenticavo aggiungiamo un altra tappa al nostro giro, non avendo in casa peperoncini messicani io ho usato quelli egiziani che ci ha portato un collega di mio papà quando è tornato a casa sua.